Austis è un piccolo centro appartenente geograficamente alla Barbagia di Ollolai, situato sulle pendici occidentali del Gennargentu. Sorge su un altopiano granitico a 737 metri sul livello del mare. Collocato al centro di una zona ancora ricca di alberi, nonostante ripetute attività di disboscamento, ha un centro storico ben conservato, con belle case in granito; nei pressi sono sorti un albergo e numerose attività agrituristiche.
Il nome Austis risale all'antichità romana e rimanda in modo chiaro alla base latina Augustis che per aver perso la sillaba "gu", nel passaggio dalla lingua latina alla lingua sarda, è diventato Austis.
L'economia di Austis è principalmente a vocazione agropastorale e vede nell'allevamento degli ovini e dei caprini, le sue attività principali.
Il Territorio
Il territorio di Austis, particolarmente ricco di boschi di querce, sugheri e lecci, si estende per circa 5000 ettari di superficie. Di questi circa 2000, essendo di proprietà del Comune, sono di "uso civico" (pascolo ,seminativo, legantico). Circa 900 ettari di terreno sono stati dati in concessione trentennale per uso di forestazione alla Agenzia Fo.Re.S.T.A.S.
Nel fondovalle, in prossimità del confine con il territorio di Teti, si trova il lago Benzone, un'invaso artificiale della capacità di circa 1Mmc d'acqua alimentato dal fiume Taloro.
Le Chiese
- Chiesa della Beata Vergina Assunta. Attuale chiesa parrochiale, risale al 1567 (un'iscrizione che testimonia questa data è presente in un pilastro dell'edificio). Caratteristica particolare della parrocchia è la pendenza presente lungo il percorso che porta dall'ingresso al presbiterio. Sono presenti diverse sculture dell'artista locale Elio Sanna, fra cui un crocifisso che sovrasta la fonte battesimale. La chiesa ha inoltre potuto riavere un coro ligneo del 1829 recentemente ristrutturato.
- Chiesa di Sant'Antonnio da Padova. Chiesa rurale, edificata nel 1669 per opera dei coniugi Grissante Satta e Giovanna Maria Dessì, si trova sull'altopiano chiamato "Sa Sedda de Basiloccu". Per costruire la chiesa fu chiesto il permesso all'arcivescovo di Oristano Bernardo Cotener e al conte di Sedilo, proprietario del terreno. La ricorrenza della festa era legata alle attività principali degli austesi: pastorizia e agricoltura. Ancora oggi la terza domenica di settembre si festeggia il Santo con balli e canti tradizionali.