Tradizioni

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Data:

1 dicembre 2016

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Santantoni'e su vogu - Sa pane manna - Su nennere

Alcune antiche tradizioni di Austis che stavano scomparendo, sono state in questi ultimi anni riscoperte e ri-valorizzate, fatte oggetto di socializzazione e partecipazione da parte di tutto il paese con il coinvolgimento delle varie fasce di età della popolazione.

Santantoni'e su vogu si festeggia in onore di S. Antonio Abate, santo col porcellino, il 16 e il 17 gennaio. Il grande falò viene preparato giorni prima della festa , nella piazza vicino alla chiesa parrocchiale,l'attuale piazza italia. La sera del 16 gennaio prima de "Su Esperu" (i vespri), si accende il fuoco e dopo la celebrazione della Messa e la benedizione di "Sa pane Manna", si esce fuori dalla chiesa, Il sacerdote fa la benedizione del fuoco e poi iniziano i festeggiamenti, con i balli tutt'attorno al fuoco. Si dà luogo al ballo sardo al suono della fisarmonica, si canta, si mangiano le gustose salsicce arrosto, si beve un. . . "buon bicchiere" di vino e ci si diverte tutta la notte, per alcuni il divertimento dura fino all'alba del giorno dopo. Nel passato i fuochi venivano accesi in tutti i vicinati, ora invece si accende un unico fuoco.

Sa pane manna ha un'origine molto antica ed è nata soprattutto come richiesta di grazie da parte dei contadini al santo: Sant'Antonio Abate a noi noto come Sant'Antoni'e su vogu. La sera del 16 gennaio coloro che hanno fatto sa pane manna la portano in chiesa perché venga benedetta; Alla fine della messa, dopo la benedizione, una piccola parte viene buttata al fuoco, l'altra distribuita alle persone del paese, cominciando da quelle presenti in chiesa. La distribuzione de "Sa pane manna " è una festa e una gioia per tutti, ma in particolare per i bambini che la mangiano con vero piacere cercando di prenderne il più possibile. Oggi sono tante le persone che la preparano in seguito ad una promessa fatta a S. Antonio. La ricetta è semplice; viene fatta con farina, acqua, zucchero abazu o saba, buccia d'arancia gratuggiata. Si fa l'impasto con la farina, fino ad ottenere una pasta morbida a cui si dà una forma rotondeggiante, viene poi messa al forno e fatta cuocere. Tolta dal forno ci si mette sopra un peso per tenerla uniforme e dopo un giorno e una notte si toglie il peso e si taglia a piccoli cubetti.

Su nennere è una tradizione pasquale legata al risveglio della vita nel mondo della natura. La sua preparazione comincia con l'inizio della quaresima, quando le famiglie preparavano un piatto pieno di grano dopo aver reso umido il fondo con un panno bagnato o un pò di cotone umido. Si metteva il piatto con il grano al buio (dentro un armadio chiuso o sotto il letto) per tutto il tempo della quaresima, fino al giovedì santo, quando il grano, ormai germogliato - su nennere - diventato color oro, veniva abbellito con un fiocco rosso e portato nel sepolcro che , con i numerosi piatti di nennere, diventava molto suggestivo. Il giorno di Pasqua, su nennere benedetto, veniva preso dalle giovani ragazze e portato processionalmente in una località alla periferia del paese - Su pont'e su fungu - e lì, buttato a terra in prossimità di una grande pozzanghera. Cominciavano allora i canti e i balli accompagnati dalla musica dell'organetto. Le giovani cantavano questo canto ancora oggi vivo nel ricordo degli anziani:

Nennere meu onu
nontesta croccasa solu
ca non kes s'amorau
a frumene es calau
a tennede pischizzolu
nennere meu onu.

Questa tradizione è oggi completamente scomparsa.

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